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    Cannabis legale in Germania per più salute, più soldi e meno criminalità

    Nella conferenza stampa di mercoledì scorso, la nuova coalizione tedesca, la cosiddetta “coalizione semaforo” – chiamata così perché formata dai tre partiti: rosso (SPD, social-democratici), giallo (liberi democratici, FDP), e verde (Bündnis 90/Die Grünen) con presidente ed eventualmente futuro cancelliere il candidato SPD Olaf Scholz – ha spiegato il contratto dei prossimi 5 anni della nuova coalizione, che prevede la legalizzazione della cannabis a fini ricreativi.

    A pagina 88 del contratto, nella sezione “politica sulle droghe”, si legge:

    Introduciamo la distribuzione controllata della cannabis da consumo ai maggiorenni in negozi autorizzati. Questo controlla la qualità, impedisce il trasferimento di sostanze contaminate e garantisce la tutela dei minori. Valutiamo la legge dopo quattro anni sulla base dell’impatto sociale. Abilitiamo ed espandiamo i modelli per il controllo dei farmaci e le misure di riduzione del danno. Quando si tratta di prevenzione di alcol e nicotina, contiamo su una maggiore educazione con un’attenzione particolare a bambini, adolescenti e donne incinte. Stiamo inasprendo le norme per il marketing e la sponsorizzazione di alcol, nicotina e cannabis. Commisuriamo continuamente le normative alle nuove conoscenze scientifiche e stabiliamo misure per l’educazione sanitaria.

    La Germania potrebbe diventare il simbolo di una nuova rivoluzione in tutta Europa.

    Un servizio di rbb24 ha riportato il parere di persone contrarie e favorevoli.

    Chi ha detto no crede che le droghe non dovrebbero essere legalizzate perché fanno male.

    Molto più articolata e ricca di argomenti sembra, invece, la posizione di chi è d’accordo alla legalizzazione.

    Si sostiene che finalmente sarà possibile essere trattati da cittadini normali, e non più da criminali; che ha senso, perché con l’alcool sono morti in tanti e di cannabis non è mai morto nessuno; che, attraverso la legalizzazione, la criminalità organizzata perderà una grossa fetta di mercato; che finalmente sarà possibile reindirizzare meglio le risorse di polizia; che sarà possibile ottenere miliardi, che si potranno reinvestire nella prevenzione e nel trattamento di soggetti dipendenti da Cannabis.

    Secondo uno studio dell’università di Düsseldorf la legalizzazione porterà miliardi allo Stato tedesco, per essere precisi 3,3 miliardi attraverso le tasse e 1,4 miliardi attraverso i risparmi della persecuzione dei rei.

    L’immagine sintetizza i punti per i quali si vuole far passare la legge: più salute, più soldi allo Stato e meno alla criminalità organizzata.

    In un servizio di T-online a cura di Sophie Loelke e Adrian Röger del 28 Novembre 2021, l’amministratore delegato e co-fondatore di Demecan, Constantin von der Groeben, un’azienda farmaceutica tedesca specializzata nella produzione e distribuzione di cannabis medica – sostiene che l’entrata in vigore di questa legge porterà diversi vantaggi.

    Si avrà un prodotto di qualità sempre migliore, continuamente controllata in laboratorio. […] La presenza di un mercato libero, poi, sarà solo un bene per il settore. […] Sarà una situazione di vittoria da tutte le parti e l’unica parte che subirà perdite sarà il mercato nero. […] Il consumo di cannabis potrebbe diventare un fenomeno culturale, così come lo è andare al pub e consumare qualche birra.

    Dal 2017 in Germania l’acquisto di cannabis con THC come prodotto medicinale a scopo terapeutico è possibile sotto prescrizione medica. Chi non ne è provvisto può acquistarla solo tramite spacciatori nel mercato nero, dove – dice Constantin von der Groeben – la qualità del prodotto è pericolosa, perché mischiata ad altri agenti chimici potenzialmente dannosi: adesso, però, sarà possibile sapere cosa si consuma.

    Una pianta di cannabis.

    Non è ancora chiaro quando entrerà in vigore la legge in Germania. Secondo alcuni giornalisti potrebbe passare ancora molto tempo, ma nessuno dice quanto. Ad ogni modo, è innegabile che la Germania ha iniziato una vera e propria rivoluzione nel vecchio continente.

    Sì, perché, anche se in Olanda è possibile acquistare cannabis nei famosi “coffee shop”, l’Olanda è sempre stata storicamente il luogo della trasgressione già dai tempi del Rinascimento, rifugio per gli eretici reietti da tutte le altre nazioni e luogo per la pubblicazione anonima di testi proibiti o potenzialmente censurabili dall’Inquisizione cattolica – e, dal punto di vista culturale, si è sempre distinta dal resto dell’Europa.

    La Germania, invece, culturalmente molto più simile agli altri Stati Europei del blocco occidentale – nonostante contenga in sé alcuni elementi trasgressivi come gli altri Stati di lingua tedesca, dove la prostituzione, per esempio, è legale – ha inequivocabilmente dato nuova linfa vitale alle discussioni sul tema esistenti da decenni nel sottofondo mediatico degli Stati geograficamente e culturalmente prossimi.

    Lo Stato tedesco, insomma, sembra aver colto l’occasione storica di farsi promotore di una rivoluzione culturale nel vecchio continente attraverso l’introduzione di una legge innovativa e irriverente.

    La discussione ha avuto eco in tutti gli Stati europei. In Italia i partiti di destra si sono detti fortemente contrari alla proposta di legge. Adesso, però, che uno Stato forte e influente come la Germania ha preso una posizione così chiara e decisa sul tema, sono in tanti a richiamare alla riflessione sul tema.

    È da vedere se – nonostante il referendum in favore della legalizzazione della cannabis, che ha ottenuto oltre 600.000 firme, e l’esempio tedesco – la politica italiana vorrà continuare a consentire alla mafia italiana di mantenere il monopolio di questo mercato e incassare diversi miliardi all’anno attraverso la vendita illegale di prodotti pericolosi per la salute dei cittadini, con tutte le cattive conseguenze che ne derivano per la sicurezza pubblica e la sanità.

    Togliere una fetta di mercato così grossa alle mafie italiane, infatti, significa togliere un’importante mole di lavoro a carico della criminalità organizzata, e incentivare la disoccupazione nel mercato nero e creare nuovi posti di lavoro nel mercato legale.

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