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    “Gay Pride”: la lotta della comunità LGBTQIA+ e le polemiche sul DDL Zan

    Come da consuetudine, anche quest’anno si sta svolgendo il noto Pride Month (“il mese della fierezza”, ndr), un momento in cui migliaia di migliaia di persone di vari orientamenti sessuali scendono nelle piazze delle proprie città e partecipano a tale manifestazione.

    Già in numerosi centri d’Italia grandi masse hanno fatto sentire la loro voce: il 6 e il 12 giugno è stata la volta di Bergamo e Genova, il 19 giugno di Lecco, dal 18 al 27 giugno di Roma e Milano con la celebre Pride Week (“la settimana della fierezza”, ndr) e, ancora dopo, L’Aquila, Verona, Napoli. Tante ancora sono le regioni, e dunque le province, che a breve saranno protagoniste di tale evento comunitario.

    Quali minoranze include la nuova bandiera simbolo del Pride Month 2021? La comunità omosessuale, bisessuale, polisessuale, pansessuale, demisessuale, graysessuale, asessuale, poliamorosa, intersessuale. Allo scrittore Valentino Vecchietti si deve il merito di aver aggiunto alla bandiera Quasar (dal nome del suo ideatore, Daniel Quasar, ndr) anche quest’ultima categoria relazionale.

    Questa rivolta pacifica, ma di grande impatto sociale e politico, ha avuto inizio già ben 52 anni fa, nel 1969, con i moti di Stonewall.

    Il centro nevralgico da cui ha inizio tale rivolta è lo Stonewall Inn, un gay bar di New York, nato nel 1930, in cui si vendono alcolici a omosessuali, pratica allora illecita. Le incursioni da parte delle forze dell’ordine sono numerose, volte ad arrestare chi si trova all’interno. La più importante irruzione della polizia risale al 28 giugno 1969, data che segna l’inizio dei tre giorni noti come “Moti di Stonewall”, ma anche il temporaneo crollo economico del locale.

    A distanza di meno di un secolo, quello che dovrebbe essere un momento di protesta e di libertà di espressione per le comunità LGBTQIA+ diviene anche il fulcro di una battaglia politica conosciuta come “DDL Zan”.

    Nella diretta TV di “In Onda” su La7 il 29 Giugno scorso (dal minuto 20:52 al minuto 25:50), il leader della Lega Salvini risponde alla lettera pungente dell’attore venticinquenne Pietro Turano come segue:

    Se tante associazioni di gay e di lesbiche e di femministe dicono ‘un conto è punire la violenza e la discriminazione’, lo firmo in diretta stasera; una legge che punisce i cretini, i delinquenti che discriminano o aggrediscono in base al sesso, in base alla razza, in base alla religione, in base al taglio di capelli o alla forma fisica. Questi vanno puniti e vanno accompagnati in galera o ai servizi sociali. […] La legge Zan è fatta di 10 articoli. Noi teniamo buoni tutti quelli che aumentano le pene nei confronti dei delinquenti, che aggrediscono due ragazzi o due ragazze che si baciano, che si amano e che vanno in giro mano nella mano perché è da delinquenti aggredire o discriminare, ma vogliamo cambiare gli articoli 1, 4 e 7, che riguardano i bimbi, i gender nelle scuole e i reati d’opinione.》 

    Mentre il leader di Italia Viva Matteo Renzi definisce la legge “una norma di protezione e civiltà”, il Movimento Cinque Stelle, sostiene che “rischia di farci fare un passo indietro” attraverso l’eliminazione di termini come orientamento sessuale e identità di genere

    Come ci fa notare un giovane autore transessuale, Elia Bonci, attraverso molti dei suoi ultimi post, qualora venga effettivamente eliminato il termine ‘identità di genere’, tutti i trans diverrebbero dei fantasmi, invisibili alla società stessa con cui hanno modo di relazionarsi quotidianamente. Tuttavia, considerazione ancora più acuta dell’autore è la seguente:  

    Eliminare dal DDL Zan l’aggravante per le discriminazioni legate all’identità di genere sarebbe come dire che le discriminazioni delle persone trans sono discriminazioni di serie B. E no, non siamo cittadini di serie B.

    Parlando, quindi, di discriminazione di genere, come non ricordare il concorso di bellezza di Miss Nevada 2021 che è stato vinto dalla ventisettenne Kataluna Enriquez, la prima donna transgender a essere incoronata come vincitrice.

    Sicuramente, si tratta di una grande conquista per questa donna e chi come lei ha trovato motivo di orgoglio e di rivalsa sui pregiudizi antichi ormai radicati nel pensare comune. Eppure, neanche in questo caso sono venuti meno i commenti omofobi; uno dei tanti scrive:

    Ma non è donna…!!!! Che tristezza!! Non c’è più religione. Praticamente non si capisce più nulla… uomo… donna… uomo donna… Se è transessuale come può essere definita “donna dichiaratamente trans”??? Se è donna non è trans e viceversa…

    Stando agli ultimi aggiornamenti in data 6 Luglio, la legge del DDL Zan verrà confermata senza alcun cambiamento ipotizzato da Italia Viva. Tutta la comunità auspica che quest’ultima sia una conquista per tutti i transgender, nella speranza che diminuisca l’attuale e piuttosto generalizzato atteggiamento di omofobia .

    A dispetto del pensiero tradizionalista della Chiesa in merito a tale questione, infatti, ogni cittadino ha diritto di vivere liberamente la sua identità e trovare un posto nel mondo rimanendo fiero di quel che è, scegliendo liberamente di essere sé stesso – è nessuno dovrebbe permettersi di giudicarlo per questo. Del resto, come non richiamare alla memoria un celebre pensiero dello scrittore francese Albert Camus (1913 – 1960) che si sposa alla perfezione con tale tema: 《Per essere felici, non dobbiamo essere troppo interessati a ciò che fanno gli altri; né, aggiungerei anche, “a ciò che pensano su di noi”. 

    Di conseguenza, nella speranza che tale legge possa educare maggiormente all’accettazione del diverso e della sessualità altrui, lasciando in disparte l’omofobia e la transfobia, ci si augura che nel mondo ci sia meno violenza e discriminazione e più rispetto, alla luce di un effettivo riconoscimento di eguali diritti tra tutti i cittadini.

    E si tratta ancora di una lotta dura, che incespica spesso in un cammino impervio, ma che bisogna portare avanti per il bene comune e personale, nonché per l’integrità fisica e spirituale della persona.

    Aiutiamo, pertanto, chi ci sta accanto e si trova in difficoltà a non avere più paura di tornare a casa da solo o di essere escluso dalla società. Sosteniamo il prossimo nel suo tentativo di inserirsi nel mondo del lavoro, purtroppo ostile ed estremamente selettivo, o scolastico, in cui la sua libertà di essere è preclusa a causa della marginalizzazione e di uno spiccato senso oscurantista. Impariamo ad accertarci reciprocamente per il bene del pianeta, mettendo da parte le falsità e la prevaricazione del più forte sul più fragile. Aiutiamoci a vivere meglio all’interno della nostra stessa comunità!

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