lunedì, Gennaio 13, 2025
More
    HomeAmbiente ed EnergiaLe vere ragioni dell'emergenza rifiuti a Catania

    Le vere ragioni dell'emergenza rifiuti a Catania

    Occhi puntanti sulle strade di Catania da mesi. Masse di rifiuti, sporcizia, liquami e odori nauseabondi in quasi ogni angolo della città.

    Un’emergenza sanitaria che, in realtà, esiste già da diversi anni e che prima passava semplicemente inosservata.

    Fino ad ora, infatti, la spazzatura è stata spostata e depositata nelle discariche provinciali; e appena finiva lo spazio in una discarica, se ne apriva un’altra. Adesso, però, da alcuni mesi nella discarica di Lentini (Siculiana) non c’è più spazio, e non si sa più dove conferire i rifiuti.

    Rifiuti in via Regina Bianca pubblicata sul gruppo Facebook “Inciviltà a Catania”

    L’1 Novembre la Regione ha avuto una riunione con i dirigenti della discarica per trovare una soluzione. E la soluzione trovata è stata quella di riorganizzarne gli spazi all’interno della discarica per poter depositare nuovi rifiuti e consentire la continuazione del servizio, rimuovere la spazzatura accumulatasi in città e far rientrare l’emergenza.

    In molti attribuiscono le cause dell’emergenza all’inciviltà dei Siciliani, che lasciano rifiuti ovunque e che non differenziano i materiali come dovrebbero. E in parte è anche vero, ma solo in parte. Le ragioni alla base dell’emergenza, in realtà, sono ben altre.

    Facciamo un passo indietro. Come si forma la civiltà? La civiltà si costruisce attraverso l’istituzione di regole, sanzioni e controlli; e in assenza di questi elementi è ridicolo anche solo pensare che i cittadini possono assumere atteggiamenti civili. E la responsabilità della formazione della civiltà è in larga parte di chi governa e gestisce la cosa pubblica. Se il pesce puzza, infatti, puzza dalla testa. E in questo caso si parla di una testa marcia da decenni.

    Dall’1 Novembre è scattata in alcune zone di Catania quello che l’Assessore all’Ambiente Fabio Cantarella ha definito “la raccolta differenziata totale”, avente l’obiettivo di eliminare i cassonetti da tutta la città.

    Rifiuti all’ingresso della scuola Maria Montessori, pubblicata sul gruppo Facebook “Inciviltà a Catania”

    Un obiettivo più che ambizioso, per non dire estremamente fantasioso e irrealistico, visto che Catania dovrebbe passare immediatamente dal 90% allo 0% di rifiuti e dal 10% al 100% di raccolta differenziata, cosa che non è riuscita neanche alla più che civile Svizzera, dove la raccolta differenziata funziona molto bene da decenni e ciò che resta dopo la differenziazione – perché una quota di rifiuti indifferenziati (RSU) resta sempre (ebbene sì, anche in Svizzera!) – viene smaltito con gli impianti di produzione di energia dai rifiuti, i famosi termovalorizzatori, meglio conosciuti al grande pubblico col nome di inceneritori.

    Un nuovo regime che è stato addirittura definito come una rivoluzione, quando di fatto si sta solo cambiando l’ordine dei fattori, ed è più che prevedibile che il risultato continui a non cambiare.

    La vera rivoluzione sarebbe, invece, seguire il buon esempio di amministrazioni virtuose all’estero o – per non andare troppo lontano – al Nord Italia e cambiare radicalmente il modo in cui vengono smaltiti i rifiuti raccolti.

    Un’idea potrebbe essere quella di fare quello che Svizzera e Germania hanno fatto agli inizi del 2000: vietare il deposito di rifiuti non pretrattati nelle discariche, ossia imporre legalmente che gli unici materiali depositabili in discarica siano le ceneri dei rifiuti combusti nei termovalorizzatori per produrre energia, sanificandoli dal punto di vista bio-chimico e riducendone il volume.

    La discarica di Lostallo in Svizzera

    Per poter fare questo, però, è necessario costruire un numero sufficiente di impianti per trattare i rifiuti regionali, cosa di cui si parla da anni senza però cavare un ragno dal buco.

    Situazioni quasi da terzo mondo: mentre il presidente francese Emmanuel Macron parla di costruire nuove centrali nucleari per coprire il fabbisogno energetico francese, la Sicilia non possiede ancora neanche i termovalorizzatori, che attualmente esistono in tutte le amministrazioni considerate più civili e sono unanimamente considerati la soluzione migliore per smaltire i rifiuti ed evitare che tonnellate di masse di spazzatura continuino a produrre quantità spettacolari di gas tossici, a minacciare l’inquinamento delle falde acquifere con i loro liquami altamente inquinanti, e a occupare porzioni enormi di spazio.

    Ridurre il volume dei rifiuti, infatti, è di importanza fondamentale anche dal punto di vista economico e ambientale, in quanto eviterebbe che le discariche si riempiano così velocemente e che si creino emergenze simili, in cui le uniche soluzioni sono di fatto tre: lasciare i rifiuti nelle strade, come è successo di recente; aprire nuove discariche; o esportare i rifiuti, pagando costi elevati per trasportarli in altre regioni o nazioni dove vengono utilizzati come combustibile per produrre energia rinnovabile.

    La discarica di Lentini (Siculiana), cimitero dei rifiuti di Catania

    Eppure, l’amministrazione cerca di presentare la rimozione dei rifiuti da ogni angolo delle strade e l’avvio della “raccolta differenziata totale” come una bella notizia.

    E il rischio è che molti cittadini credano a questa bella favoletta, ricadendo nel ben noto paradosso siciliano che ci si sia talmente abituati al disservizio da considerare un trionfo la presenza del servizio stesso.

    Come se la normalità sia avere montagne di rifiuti dovunque e, quasi quasi, si debba festeggiare per una situazione che invece dovrebbe essere la normalità.

    1 commento

    LASCIA UN COMMENTO

    Per favore inserisci il tuo commento!
    Per favore inserisci il tuo nome qui

    I più apprezzati

    In Evidenza

    Seguici sui Social