lunedì, Gennaio 13, 2025
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    Riflessioni per un nuovo immaginario politico

    Confutazioni

    Tutto ciò che è reale è razionale, tutto ciò che è razionale è reale:
    Auschwitz confuta la dottrina speculativa.
    Almeno questo crimine, che è reale, non è razionale.
    Tutto ciò che è proletario è comunista, tutto ciò che è comunista è proletario:
    Berlino 1953, Budapest 1956, Cecoslovacchia 1968
    (e la serie non è completa) confutano la dottrina del materialismo storico.
    Tutto ciò che è democratico viene dal popolo, e viceversa:
    il Maggio ’68 confuta la dottrina del liberalismo parlamentare.
     Il sociale quotidiano mette in crisi l’istituzione rappresentativa.
    Tutto ciò che è libero gioco della domanda e dell’offerta
    favorisce l’arricchimento generale, e viceversa:
    le crisi del 1911 e del 1929 confutano la dottrina del liberalismo economico,
    mentre la crisi degli anni 1974-1979 confuta la versione postkeynesiana di essa.
    Ogni ideale che pretende di subordinare l’individuo
    è una forma patologica di ossessione e di pregiudizio
    che si traduce nella schiavitù delle gerarchie,
    sia che esse si appellino a dio oppure al dovere e all’altruismo sociale.
    L’ideale universalistico dei grandi racconti ,
    ovvero delle filosofie della storia come progetti totali,
    storie di emancipazione dell’umanità,
    di cui esempi classici sono
     il cristianesimo, la filosofia hegeliana,
     il marxismo, il liberalismo economico e politico, è definitivamente tramontato.
    Al suo posto la libertà autentica
    che non ha altro principio, centro e fine che l’io singolo.
    Essa coincide con il diritto dell’io alla proprietà di se stesso.

    Marco Inghilleri

    Le nostre società sono in rapido cambiamento e i nostri modelli di riferimento culturale si sono resi talmente “liquidi” (Bauman 2001, 2005) da essere evaporati, da essere divenuti talmente eterei da aver fatto assumere a tutto il mondo occidentale una fisionomia assimilabile alla rappresentazione che Giordano Bruno (1948 – 1600), con la scoperta dello spazio infinito, diede dell’Universo: uno spazio privo di qualsiasi punto di riferimento centrale perché ogni punto può esserne il centro o la periferia (Mancini 2000).

    Ecco, quindi, la società contemporanea, i cui Metaracconti o Metanarrazioni (Lyotard 1979) sono inesorabilmente tramontati, lasciando allo Spettacolo (Guy Debord 1967 ) l’infausto compito di organizzare l’anomia di un immaginario simbolico degradato a mero contenitore di simulacri (Baudrillard 1970, 1978). Più o meno è questo il contesto di significazione entro cui la vita di ciascuno di noi cerca di costruire attivamente il senso delle proprie esperienze e della propria identità.

    Che sia un’epoca di trasformazioni culturali appare evidente, così come appare evidente la nostra incapacità di saper comporre una dialettica tra categorie della “modernità” ed eventi della “postmodernità”. Saper far questo, ci consentirebbe un atto creativo, un’invenzione capace di generare una nuova possibilità rispetto al divenire storico, congedandoci in tal modo da un passato ancora troppo presente, che ci richiama come il canto delle sirene, essendo ciò che è noto più rassicurante dell’ignoto, cioè di ciò che ancora non è stato sperimentato.

    La Rubrica  “Riflessioni per un nuovo immaginario politico”, ospitata dal Trattato, si pone appunto come possibilità per cominciare a pensare e ad inventare nuove alternative all’esistente, perché questo, non è “il migliore dei mondi possibili”, ma una delle tante costruzioni della realtà contemporanea.

    L’installazione a sfondo urbano della regista e sceneggiatrice argentina Penny Woolcock al Roundhouse di Londra nel 2015. La regista offrì per 3 martedì la possibilità di entrare e vedere l’esposizione e lasciare un’offerta libera invece di pagare 10 sterline all’ingresso.

    Detto con le parole di G. Kelly (1955):

    La nostra posizione è che ci sono sempre diverse costruzioni alternative disponibili tra le quali scegliere per interpretare il mondo. Nessuno è richiuso in un angolo; nessuno è completamente vincolato dalle circostanze; nessuno è vittima degli eventi della propria vita. (…). La scelta che ciascun individuo fa tra diverse modalità alternative per interpretare il mondo è una questione di grande rilevanza.

    Kelly, G., The Psychology of Personal Constructs, Volume 1, Norton, New York, 1955.

    Uno dei criteri che ci muove in questa esplorazione è sicuramente il costrutto autoritario-antiautoritario, a nostro avviso unica dimensione di senso capace di oltrepassare le vecchie polarizzazioni come quella destra-sinistra.

    Insomma, riteniamo che bisogna dunque cambiare criterio per interrogarsi su destra e sinistra perché il potere è veramente universale. In altri termini, la discussione deve passare da un’analisi spazio-orizzontale ad un’analisi spazio-verticale.

    Se rimane spazio-orizzontale (destra e sinistra) non supera il criterio immanente che unisce comunque le due parti, cioè il potere, visto che destra e sinistra non sono altro che rappresentazioni diverse di uno stesso principio.

    Spostando invece l’analisi in senso verticale (alto e basso, base e vertice) si uniscono immediatamente i due valori che prima stavano divisi, il valore della libertà e il valore dell’uguaglianza.

    In altri termini, mantenendo la prospettiva spazio-verticale si vede subito che la disuguaglianza e l’assenza di libertà sono la stessa cosa. Per far ciò bisogna passare da una discussione ideologica ad una discussione politica, precisamente nel senso della meta politica (Berti, 1996).

    Bibliografia

    Baudrillard J. (1970), La société de consommation, Gallimard, Paris (trad. it. Il Mulino, Milano, 1976).

    Baudrillard J. (1978), Le système des objet, Gallimard, Paris (trad. it. Bompiani, Milano, 2006).

    Bauman Z. (2001), The individual society, Polity Press, Cambridge.

    Berti, G. N., “Oltre la destra e la sinistra”, Volontà, n. 3-4, pp.107-112, 1996.

    Debord G. (1967), La Société du spectacle, Èditions Buchet-Chastel, Paris (trad. it. Baldini-Castoldi, Milano, 2008).

    Bauman Z. (2005), Liquid life, Polity Press, Cambridge (trad. it. Laterza, Roma-Bari, 2006).

    Lyotard J.F. (1979), La condition postmoderne, Les Editions de Minuit, Paris (trad. it. Feltrinelli, Milano, 1985).

    Kelly, G., The Psychology of Personal Constructs, Volume 1, Norton, New York, 1955.

    Kelly, G. , A Theory of Personality, The Psychology of Personal Constructs, Norton, New York, 1963.

    Mancini S. (2000), La Sfera Infinita. Identità e differenza nel pensiero di Giordano Bruno, Milano, Mimesis.

    2 Commenti

    1. Thank you for the sensible critique. Me and my neighbor were just preparing to do a little research on this. We got a grab a book from our local library but I think I learned more clear from this post. I’m very glad to see such excellent info being shared freely out there.

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