lunedì, Gennaio 13, 2025
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    Oggi, l’anniversario dell’omicidio di Giordano Bruno

    Per non dimenticare… Oggi è l’anniversario di uno dei più imperdonabili crimini commessi dalla Chiesa Cattolica: l’omicidio di uno tra i più grandi geni italiani mai esistiti, Giordano Bruno (1548 – 1600), bruciato al rogo il 17 febbraio del 1600 a Roma, a Campo de’ Fiori.

    In foto, la statua di Giordano Bruno a Campo de’ Fiori, Roma. Il monumento fu realizzato nel 1889 da Ettore Ferrari.

    I cronisti dell’epoca raccontano che, quando fu letta ad alta voce la sentenza della sua condanna a morte per eresia, il filosofo campano – illuminato, anarchico per eccellenza, anti-autoritario, visionario, e con la rivoluzione nel sangue – disse:

    “Avete più paura voi ad emanare questa sentenza che non io nel riceverla”.

    Secondo alcuni storici, Bruno aveva capito che, il tentativo della Chiesa di metterlo a tacere per sempre uccidendolo sarebbe stato un’arma a doppio taglio, perché avrebbe creato maggiore interesse per le sue teorie ed esposto i dogmi cristiani a un numero crescente di critiche profonde – e, non si sbagliava: il suo pensiero, infatti, ebbe un grande successo nell’Illuminismo e nel Romanticismo, tanto che il filosofo nolano divenne il simbolo del pensiero libero e della lotta all’oscurantismo religioso.

    Nonostante di Bruno si conoscano principalmente le irriverenti tesi religiose e scientifiche per le quali fu accusato, condannato e ucciso, tra le quali l’identificazione di Dio con la Natura, l’infinità dei mondi, la pratica della magia e l’eliocentrismo – in pochi sanno che Bruno fu un accanito lettore di libri proibiti e ricercatore della verità; che fu costretto a scappare all’estero da giovane perché aveva osato dubitare delle verità imposte dalla Chiesa; e che, prima di essere incarcerato, aveva insegnato in tutta Europa pratiche per sviluppare quanto più possibile il proprio potenziale mnemonico, intellettivo e creativo.

    Un pensatore scomodo, insomma, per delle Istituzioni che preferivano governare facilmente su asini obbedienti e con i paraocchi tramite continue operazioni di censura ed eliminazione del dissenso.

    A Giordano Bruno la redazione del Trattato dedica la più profonda gratitudine, per il suo coraggio, la sua genialità e la sua passione. E ci auguriamo che il suo martirio possa aiutare sempre più persone a liberarsi dai lacci imposti dalle Istituzioni – politiche, scientifiche e religiose – continuando a ispirare una ricerca genuina della verità, fatta di curiosità, umiltà e domande.

    In foto, i famosi “cerchi bruniani”, uno degli strumenti – insieme ai “sigilli” – utilizzati da Bruno per sviluppare la memoria, l’intelligenza e la creatività tramite la pratica della combinazione sistematica di idee. Qui bruno, riprende e reinterpreta la zairja, uno strumento utilizzato dagli astrologi medievali.

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