Se rinasco, quando rinasco, voglio rinascere sasso.
Con l’arenaria al posto delle orecchie
ché le storie degli altri, i racconti affascinanti, non li voglio più ascoltare
e alle tentazioni delle parole non voglio più cedere;
due granuli biancastri di alabastro in luogo degli occhi
per non cogliere più la bellezza e non soffrirne l’assenza.
Poi vorrei un manto esterno lucido e lucente
di onice calcarea
e non la pelle che è registro malefico di ricordi
di carezze.
E infine vorrei un blocco granitico nella parte più interna di me pietra,
che sia impermeabile al desiderio di appagamento del cuore,
impassibile alla tenerezza
ed eternamente
immobile.